ROMA-ADISTA. Il teologo statunitense Matthew Fox è molto noto in Italia per il suo libro In principio era la gioia (Fazi, 2011), dal cui successo editoriale è scaturita anche un’associazione culturale che si dedica a diffonderne il pensiero (www.spiritualitadelcreato.org). Dopo altri volumi pubblicati sempre presso Fazi, nel corso degli ultimi anni l’Associazione Spiritualità del Creato ha sponsorizzato la pubblicazione di diverse traduzioni delle sue opere che, tralasciando gli aspetti già noti del suo pensiero, presentassero la ricchezza della sua proposta spirituale a partire dalla sua prima opera (Preghiera: una risposta radicale all’esistenza, Gabrielli 2014). Dopo Compassione: spiritualità e giustizia sociale (Claudiana, 2014) è stata la volta dell’autobiografia, pubblicata l’anno scorso presso Garzanti. A settembre apparirà un nuovo libro, molto breve e sintetico, ma di grande profondità, dal titolo La spiritualità del Creato: manuale di mistica ribelle (Gabrielli Editori). Vi anticipiamo l’intervista che Fox ha concesso a Gianluigi Gugliermetto, pastore anglicano e fondatore dell’Associazione Spiritualità del Creato, e che costituirà la postfazione del volume. Continua a leggere…
di Mario Bonfanti – membro dell’équipe della spiritualità del creato
Un aspetto cruciale della proposta di Matthew Fox riguarda il superamento del dualismo.
Nel libro “Compassione” al terzo capitolo, parlando degli ostacoli psicologici, l’Autore cita la seguente triade: competitività, compulsività e dualismo; e a proposito di quest’ultimo scrive: Il terzo membro della trinità demoniaca che avvelena la nostra psiche, le nostre innate capacità di compassione, di unità e di interdipendenza, è definibile come “dualismo” (107). E così lo definisce: una percezione psichica, un modo di vedere la vita in termini di aut-aut: o questo o quello (108). Continua a leggere…
Nel 1967, Matthew Fox era un giovane domenicano che giungeva a Parigi dagli Stati Uniti per studiare all’Institute Catholique. Era sua intenzione investigare la storia della spiritualità cristiana in vista di una rivitalizzazione della spiritualità stessa che la mettesse in contatto profondo sia con le sue radici bibliche sia con la cultura occidentale contemporanea, che proprio in quegli anni stava attraversando un grande momento di crisi e di speranza. La domanda che il giovane Fox si poneva più ardentemente era se fosse possibile riconciliare la sete di giustizia che si esprimeva nel marxismo e nei movimenti del ’68 con il misticismo, cioè con l’esperienza profonda della preghiera e della presenza di Dio. Con largo anticipo sulla distinzione tra religione e spiritualità che oggi è diventata corrente (e, in un certo senso, anche problematica), Fox era convinto che il rifiuto della religione che si stava affermando presso la generazione dei giovani suoi contemporanei non comportasse anche un rifiuto della spiritualità, anzi poteva rappresentare l’occasione di una purificazione delle strutture religiose in direzione della nascita di una spiritualità nuova. Continua a leggere…
Un sito sulla teologia di Matthew Fox